L’ANCI, l’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani ha presentato l’analisi del quadriennio da giugno 2007 ad oggi)per il settore calzaturiero evidenziando un superamento del periodo di crisi molto spedito.
Il presidente Vito Artioli ha commentato: “l’intero settore è stato colpito pesantemente. L’industria calzaturiera italiana in un solo anno, nel corso del 2009, ha perso oltre il 12% in termini di produzione e il 16% in termini di fatturato export; Consola poco sapere che abbia retto l’urto molto meglio di tanti altri comparti. Penso al tessile, alle altre componenti della filiera pelle o, soprattutto, ai beni di investimento, come i macchinari industriali». Ha poi proseguito dicendo che «nonostante il sistema calzaturiero italiano in questi 17 mesi abbia perso circa il 5,9% delle aziende ed il 5,7% degli addetti, ha dimostrato ancora una volta di saper reagire e adattarsi alle mutazioni del quadro economico”.
I saldi negativi registrati nel numero di imprese attive a consuntivo 2009 e 2010 (rispettivamente ‐235 e ‐224 unità produttive) sono risultate inferiori in termini assoluti rispetto al dato 2005 (‐253) e ai marcati decrementi della seconda metà degli anni ’90 , periodo in cui sono state registrate 394 chiusure nel solo 1996, e 317 durante l’anno successivo. Inoltre, bisogna ricordare che nel 2010 sono stati persi solo 2.754 addetti, corrispondenti esattamente alla metà di quelli persi nel 2007 (‐5.475, pari al ‐5,8% in una sola annata).
Riassumendo i dati positivi: I volumi produttivi, dopo anni di continue erosioni hanno, infatti, invertito la rotta, tornando sopra 200 milioni di paia (202,5, +2,3%) per oltre 6,7 miliardi di euro (+4,4%). Anche le esportazioni sono cresciute, segnando incrementi del 13,7% in valore e del 15,2% in quantità rispetto al 2009. Il rientro rispetto ai livelli di fine 2008, ovvero all’inizio della crisi, si è sostanzialmente compiuto in termini di quantità con 221,4 milioni di paia, mentre in valore il gap è risultato ancora pari al 4,4%.