In merito ai recenti problemi sorti per quanto riguardo gli appalti per i buoni pasto, con liti in merito alla modalità da adottare tra i criteri del massimo ribasso e quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, l’Anseb si appella ancora una volta all’Autorità di vigilanza per porre rimedio al dubbio.
L’associazione emettitori buoni pasto aderente a Fipe-Confcommercio torna di nuovo sul tema in maniera chiara e forte: “Nella scelta tra il criterio del massimo ribasso e quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la scelta deve cadere sul secondo e deve dare una reale importanza del progetto di servizio rispetto al prezzo“.
“L’offerta economicamente più vantaggiosa – afferma Franco Tumino, presidente Anseb – richiede all’impresa uno studio ed un progetto di servizio approfondito. Questo spingerà le imprese a investire in figure professionali (giovani e dotate di livelli di istruzione superiore) e sulle innovazione del processo e del prodotto. È soprattutto così che si può determinare una svolta per l’Italia: una scelta che sarebbe fondamentale per uscire dalla crescita stagnante e dalla produttività deludente del nostro Paese, visto che nei servizi si fa il 70% del Pil e dell’occupazione e che gli appalti di servizi sono la quota maggiore degli appalti pubblici”.
“Bisogna rafforzare la raccomandazione alle stazioni appaltanti – conclude Tumino – perché usino il criterio dell’offerta economica più vantaggiosa, richiamandole all’obbligo di motivare dettagliatamente ed in modo controllabile pubblicamente le decisioni di ricorrere invece a gare al massimo ribasso, anche in considerazione della delicatezza del settore caratterizzato da un’elevata manodopera (in riferimento soprattutto al lavoro presente negli esercizi pubblici affiliati) e importante per la qualità dell’alimentazione e per la salute dei lavoratori”.