Camere di Commercio, il mondo delle imprese e molte professioni e in particolare i Commercialisti esprimono perplessità e preoccupazione per l’attuazione della “mediazione obbligatoria” partita con ritardo e più volte contestata incrementando i dubbi sulla sua applicazione. “Ai fini del successo del nuovo istituto – è scritto in una lettera inviata al ministro Alfano sottoscritta oltre che dai Commercialisti, da Unioncamere, Architetti, Confapi, Rete Imprese Italia, Confagricoltuta, Confindustria, Coldiretti, Cooperative italiane, Cia, Ingegneri, Geometri e Compagnia delle opere – riteniamo positiva l’apertura di un confronto con la categoria forense, ma è forte il timore che potrebbero ora essere snaturate le caratteristiche qualificanti della mediazione, finendo per disincentivarne l’utilizzo e vanificarne la reale efficacia“.
A preoccupare è in particolare l’introduzione di un limite di valore massimo per la mediazione civile: “in questo modo la stragrande maggioranza delle controversie tra imprese sarebbe esclusa dall’applicazione dell’istituto”. Altro elemento di preoccupazione è la previsione dell’assistenza necessaria di un legale. Una novità che, se introdotta, potrebbe avere, per gli utilizzatori della mediazione, un notevole impatto in termini di costi“.
I firmatari sono contrari ad una sua modifica effettuata senza coinvolgere tutti i soggetti interessati ed esprimono la loro volontà nell’appoggiare la “mediazione civile”, come strumento utile per sgravare la situazione della giustizia in Italia.
Mirko Zago