Un’indagine Fipe sulle imprese della ristorazione gestite dagli immigrati in Italia evidenzia che sono oltre 38mila (13,8% ristoranti e 10,2% bar) le imprese del settore gestite da immigrati. Le maggiori presenze in Lombardia (8.370 imprese straniere), Lazio (4.167), Veneto (4.076), Emilia Romagna (4.064) e Piemonte (3.230). Oltre 2mila e 500 i ristoranti etnici, dove a far la parte del leone è la cucina cinese (75% del totale delle imprese attive per questa tipologia di ristoranti), che prevale di gran lunga su quella giapponese (9,3%), africana (3,2%), brasiliana (2,8%) e messicana (2%).
Il direttore generale della Fipe-Confcommercio, Edi Sommariva, commenta: “i segnali che giungono dalla demografia imprenditoriale e dal mercato spingono a prevedere un irrobustimento della presenza degli stranieri nel settore. Un fenomeno che può essere interpretato, tra l’altro, anche come la spia della perdita di appeal del mondo della ristorazione per gli imprenditori di casa nostra per effetto sia delle crescenti difficoltà di mercato che degli ingenti carichi di impegno e di lavoro che queste attività richiedono: si lavora, infatti, anche la domenica, a Natale, a Pasqua, d’estate e nelle ore notturne. Nascono, dunque, interrogativi nuovi sulla tenuta del modello italiano di ristorazione e, più in generale, su quello dell’ospitalità in considerazione del ruolo che l’enogastronomia esercita nel turismo. Interrogativi e sfide importanti che richiedono, pertanto, misure adeguate se vogliamo mantenere un modello d’offerta che il mondo ci invidia”.
La cucina è uno dei settori che impiega buona parte degli immigrati che intendono aprire una impresa nel nostro Paese. Oggi le imprese del settore gestite da stranieri sono oltre 38mila, pari al 12,1% del totale. Gli imprenditori stranieri sono presenti soprattutto nei ristoranti con una quota pari al 13,8%. Per quanto riguarda la cucina etnica, sono 2.511 i ristoranti etnici in Italia (tab. 3). A fare la parte del leone è la cucina cinese (75% del totale delle imprese attive nel settore), seguita a grande distanza da quella giapponese (9,3%), africana (3,2%), brasiliana (2,8%) e messicana (2%).
M. Z.