Secondo l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, il caro benzina “non è solo uno svantaggio”, a ben guardare infatti rappresenterebbe un vantaggio su più fronti, primo tra tutti l’effetto positivo sull’ambiente e secondo in termini di risparmio “di una materia prima come il petrolio che un bel giorno finirà“.
Scaroni sostiene che “In Europa i carburanti sono tassati dal dopoguerra“. Come risultato un cittadino europeo più attento al risparmio di uno statunitense brucia ogni anno 11 barili di petrolio, contro 26 dei cittadini oltreoceano (dove non ci sono accise sui carburanti).
Secondo l’amministratore delegato di Eni, 80 dollari al barile potrebbero rappresentare una cifra ragionevole per permettere una giusta crescita economica, e garantire una buona competitività. Scaroni prosegue con le spiegazioni sugli aumenti (fino a 120 dollari il barile): l’aumento globale del consumo di petrolio (in particolare paesi asiatici), il venir meno di qualche produzione (come in Libia), la speculazione di chi “vive le crisi internazionali come un’opportunità per rialzare i prezzi“.
Mirko Zago