Confartigianato mette in luce come le imprese italiane stiano sprecando il 30% (il 29,6% più della media per essere precisi) in più di risorse rispetto al resto d’Europa per pagare la “bolletta dell’energia”. La colpa sarebbe il disimpegno verso l’utilizzo di energie rinnovabili verso le quali Confartigianato chiede al Governo un maggiore impegno.
Il prezzo del petrolio influenza fortemente il costo dell’energia “con forti ripercussioni sui costi degli imput manifatturieri“. La crisi libica ha inoltre determinato un cambiamento nelle forniture di gas nel nostro Paese con un rialzo per l’importazione di gas dalla Russia. L’Italia è il quarto importatore mondiale di gas naturale (dopo Usa, Giappone e Germania e il paese europeo con la maggiore produzione di energia elettrica con gas naturale. Il Paese dal quale importiamo di più resta l’Algeria con quasi 8.000 milioni di metri cubi nel primo trimestre seguito dalla Russia (7336) e la Libia (1.343 milioni, meno della metà del primo trimestre 2010).
Tutti cambi che hanno avuto pessime ripercussioni sull’economia in generale e che alimentano l’esigenza di ricorrere all’utilizzo di energie alternative. Il segretario generale dell’associazione, Cesare Fumagalli, ricordando la moratoria sul nucleare, ha affermato: “Ci aspettavamo che ci fosse una spinta sulle rinnovabili, invece c’è un balletto increscioso sulla riduzione del sostegno a queste energie“.
Dall’associazione giunge un eco di allarme causato dalla penalizzazione del sistema di incentivazione del fotovoltaico con un calo degli incentivi del 15-20% previsti per fine 2011 e una riduzione che arriverebbe al 30% a fine 2011 per gli impianti di potenza inferiore a 200 kw. “La crescita della produzione da fonti rinnovabili – afferma l’associazione – ridurrebbe la dipendenza energetica. Al momento quella italiana è dell’85,4%, oltre trenta punti più alta della media europea (54%)“.
Mirko Zago