Un’impresa è in grado di produrre e, quindi, di generare ricavi solo se sostiene dei costi di produzione: materie prime, macchinari, risorse umane, consulenze esterne, eccetera.
I ricavi sono dati dalla moltiplicazione tra la quantità prodotta e il prezzo unitario.
I costi sono dati dalla sommatoria tra i costi fissi e i costi variabili.
I costi fissi non variano al variare della quantità prodotta. Sia che un’impresa produca o che non produca, questi costi devono essere comunque sostenuti; pensiamo all’affitto dei locali, ai costi del personale impiegato, all’ammortamento dei beni strumentali.
I costi variabili sono legati alla quantità prodotta.
Se un’impresa ha bisogno di materie prime per fabbricare il proprio prodotto allora i costi delle materie prime crescono all’aumentare della produzione.
Il risultato economico di un’impresa è dato dalla differenza tra i ricavi e i costi della produzione.
Un’impresa che è appena partita o che ha avviato da poco un nuovo processo produttivo presenterà per i primi tempi un risultato economico negativo, soprattutto se i costi fissi sono alti.
Tale situazione è tipica delle imprese manifatturiere, che effettuano degli investimenti elevati per l’acquisto dei macchinari e degli impianti.
Mano a mano che l’attività produttiva cresce, il risultato economico inizia a salire, in quanto i costi fissi sono assorbiti dai ricavi.
Per arrivare al punto di pareggio, cioè a un risultato economico dove i ricavi sono pari ai costi della produzione, è necessario che il prezzo unitario di vendita dei prodotti sia comunque superiore al costo unitario di acquisto delle materie prime.
Per esempio, se un’impresa decide di vendere i propri prodotti a un prezzo unitario di 90 euro, ma sostiene dei costi unitari variabili pari a 100 euro, non potrà mai raggiungere una situazione di pareggio; i costi cresceranno più rapidamente dei ricavi portando l’impresa alla chiusura dell’attività per fallimento.
Viceversa, se decide di vendere i propri prodotti a un prezzo unitario di 100 Euro con dei costi unitari variabili pari a 90 euro, il risultato economico raggiungerà e supererà la situazione di pareggio.
È importante, quindi, conoscere bene la struttura dei costi dei fattori produttivi di un’impresa. Solo così si è in grado di fissare dei prezzi di vendita che rispondano non solo alle esigenze di mercato ma anche a quelle di reddito.
L’adozione di un accurato controllo di gestione aiuta a evidenziare i punti critici che frenano il raggiungimento dello scopo principe di ogni impresa: il profitto.
Dott. Giovanni DE LORENZI | g.delorenzi[at]infoiva.it | www.gdlstudio.it | Padova
Padovano, classe ’73, laurea in Discipline Economiche e Sociali e master in Economics presso l’Università Bocconi di Milano. Prima dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista ha lavorato come analista dei processi informativi bancari. Attualmente collabora con la società Advance Group Srl per la consulenza nel campo della finanza agevolata e con la società AD Soluzioni Avanzate Srl per la consulenza nel campo dell’informatizzazione dei processi aziendali.
E’ iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Padova, all’Albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio del Tribunale di Padova e al Registro dei Revisori dei Conti.
Dal 2007 è titolare di gdl Studio, che fornisce attività di consulenza in campo fiscale, dei processi informativi e dell’organizzazione aziendale e della finanza agevolata.