Gli albergatori italiani sono sul piede di guerra contro l’introduzione dell’imposta di soggiorno prevista dalla manovra per il federalismo fiscale. Da quanto dichiarato da Federalberghi si è deciso di “accettare le prenotazioni alberghiere per il 17 marzo unicamente per onorare il 150 dell’Unità d’Italia e non arrecare ulteriore danno al settore”.
Il presidente Bernabò Bocca ricorda che l’imposta “cancellata nel 1989 la sua rinascita con il vertiginoso importo fino a 5 euro a notte rischia di mettere fuori mercato migliaia di imprese. Questa tassa dovrà pagarla chi dorme fuori casa non solo per vacanza, ma anche se in viaggio per lavoro o per motivi di salute e, paradosso dei paradossi, anche se residente nello stesso Comune dove se, per qualsivoglia motivo, dovesse soggiornare”.
Si tratta di una manovra non apprezzata che sembra allontanare l’alleggerimento fiscale tanto invocato. Ancora molta strada occorrerà fare per trovare un accordo comune.
Mirko Zago