Il costo della giustizia ricade sulle imprese, questo è quanto si legge sul sito di Confartigianato Piemonte. A pochi giorni dal protocollo d’intesa firmato in Regione dal presidente Roberto Cota e dai ministri Renato Brunetta (Pubblica amministrazione) e Angelino Alfano (Giustizia) grazie al quale nasceranno due nuovi strumenti (la Conferenza per la giustizia e l’associazione “Torino giustizia”) per garantire efficienza e celerità ai tribunali, “non ci si può dimenticare – ha dichiarato Giorgio Felici, presidente regionale Confartigianato – che la giustizia in Italia rimane lenta e che a pagare le nefaste conseguenze di tale lentezza sono soprattutto le imprese”. “La celerità dei procedimenti civili – ha continuato Felici – è uno strumento di competitività del sistema produttivo, un tassello fondamentale per contribuire ad attrarre imprese in Piemonte. La notizia buona è che per i ritardi della giustizia il Piemonte va meglio della media nazionale, quella cattiva è che comunque questi ritardi costano in media 225 euro (371 la media nazionale) per ciascuna azienda piemontese”. I dati sono dell’Istat, rielaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato e ne scaturisce un quadro davvero scoraggiante. Gli imprenditori italiani, per avere giustizia in una causa civile, devono attendere in media 1.695 giorni (1.088 in Piemonte) tra primo e secondo grado di giudizio. Per una procedura fallimentare l’attesa arriva in media a 3.035 giorni (2.663 in Piemonte). Tali ritardi costano alle imprese italiane ben 2.269 milioni di euro, 106 dei quali a quelle piemontesi. Volgendo lo sguardo ai dati provinciali, la durata procedimenti civili di primo grado registra: Biella (996 giorni), Asti (834 giorni), Alessandria (818 giorni), Cuneo (485 giorni), Novara (471 giorni), Verbania (469 giorni), Torino (448 giorni) e Vercelli (205 giorni).
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