La realizzazione del federalismo fiscale potrebbe trovarsi difronte ad un ostacolo, si tratta della nuova imposta municipale unica (IMU). In caso di una maggior onerosità per le imprese, fa sapere Giorgio Guerrini, Presidente di Rete Imprese Italia, l’appoggio al federalismo fiscale potrebbe subire un’inversione di rotta. L’IMU andrà a sostituire l’Ici relativamente alla tassazione per seconde case e immobili produttivi con una aliquota media stimata al 7,5 per mille contro quella attuale pari al 6,4 per mille. Ad allarmare è in particolare l’eliminazione, nella nuova versione del testo del decreto sul fisco municipale ripresentato al Governo, dell’obbligo di riduzione alla metà dell’IMU per gli immobili produttivi delle imprese o dati in locazione. Saranno i singoli Comuni, facoltativamente a decidere se propendere per tale riduzione o meno, con un evidente aggravio dei costi.
Rete Imprese Italia che rappresenta Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti chiede che si ritorni alla precedente formulazione del decreto rispettando l’intento di abbassare il carico fiscale promesso dall’introduzione del federalismo fiscale con riguardo soprattutto alle imprese.
Il Presidente Giorgio Guerrini, in merito ha sostenuto: “Ci aspettiamo che la riforma garantisca maggiore responsabilità delle amministrazioni pubbliche, migliori servizi, riduzione degli sprechi, eliminazione delle sovrapposizioni tra livelli di
governo e dell’oppressione burocratica. I recuperi di efficienza della P.A. ed i conseguenti risparmi dovranno essere prioritariamente destinati a ridurre la pressione fiscale che grava su imprese e famiglie”.
Mirko Zago