Secondo una recentissima relazione dal titolo “Il valore sociale delle professioni intellettuali” presentata gli scorsi giorni a Roma dal Cup (Comitato unitario professioni) e dal Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio), le libere professioni in Italia generano un volume d’affari pari a 196 miliardi di euro, cioè circa il 15% del Pil del Paese. Quanto all’occupazione generata dalle professioni, tra occupazione diretta (2,1 milioni di professionisti iscritti agli albi) e indotta, si definisce un bacino occupazionale relativo alle professioni regolamentate stimabile in poco meno di 3,95 milioni di posti di lavoro, pari al 15,9% dell’occupazione complessiva, con l’8,5% di occupazione diretta e il 8,7% nell’indotto. I professionisti hanno raggiunto una diffusione capillare e, costituendo un sistema organizzato e strutturato territorialmente, hanno avuto, e possono ancora svolgere in futuro, un ruolo fondamentale per il processo di innovazione e di sviluppo socio-economico del territorio.
L’analisi dei dati demografici può permettere di mettere ancora più in risalto l’entità del fenomeno professionale nel nostro Paese. I 27 ordini professionali italiani contano oggi un numero di iscritti superiore a 2 milioni e 100 mila, in media, 35 professionisti ogni mille abitanti.
La Lombardia, con quasi 303 mila iscritti, è di gran lunga la regione con la maggiore presenza di professionisti, seguita dal Lazio (236 mila), dalla Campania (200 mila) e dalla Sicilia (172 mila). Ma in rapporto la Valle d’Aosta è la regione con la maggiore incidenza di professionisti di area tecnica (14,7 ogni mille abitanti), seguita da Basilicata (14,5) e Molise (12,1). Le Regioni con maggiore diffusione di iscritti alle professioni sanitarie, invece, sono Liguria (19,8 professionisti ogni mille abitanti), Lazio (19,7), Molise (18,9) e Sardegna (18,5). Per quanto riguarda l’area economico-sociale e giuridica, è ancora il Lazio a registrare un numero maggiore di professionisti (11,7 ogni mille abitanti), per via di una presenza decisamente maggiore soprattutto di giornalisti (3,5 rispetto all’1,8 nazionale), avvocati (4,6 contro 3,3 nazionale) e consulenti del lavoro (0,7 contro 0,4). Al Lazio segue la Calabria, con 10,5 professionisti ogni mille abitanti, Campania (9,9) e Puglia (9,6).