Nei giorni scorsi vi avevamo raccontato del formidabile risultato conseguito nel corso dell’anno dalle imprese parmensi per quanto riguarda i dati relativi all’export, specie nel settore agro-alimentare. Oggi, vi proponiamo un altro importante dato sull’economia emiliana. Infatti non è solo Parma a crescere e sorprendere, ma anche Bologna, ce la sta mettendo tutta per lasciarsi alle spalle la crisi degli ultimi tempi. Infatti, secondo le rilevazioni effettuate dalla Camera di Commercio, il PIL del capoluogo emiliano punterebbe a chiudere il 2010 con una crescita del 2,1%: vale a dire il doppio dell’economia nazionale (+1,1%). Questo significa che il sistema produttivo locale ha dimostrato di avere la giusta solidità per fronteggiare la crisi.
La crescita dell’economia bolognese è ancora di più confermata se si va a dare un’occhiata ai dati relativi alle previsioni sul tasso di disoccupazione per il 2010: 4,9% contro il 6,2% della regione e il 9% della media italiana. A Bologna quindi potrebbe finalmente materializzarsi un’inversione di tendenza ed una ripresa del mercato del lavoro.
Tra i settori trainanti per l’economia bolognese un ruolo di primo piano lo ricopre senz’altro il settore manifatturiero, in cui le esportazioni sono cresciute del 4%, mentre produzioni, ordini e fatturato si riportano su valori positivi vicino al 3%. In recupero anche il settore metalmeccanico che, duramente colpito dalla recessione, da aprile a giugno registra un incremento medio del 4%. Bene anche il comparto carta ed editoria, anche qui è stato fondamentale il peso dell’export. Ad oggi, l’unica nota stonata in questo contesto di ripresa, sembrerebbe essere l’artigianato manifatturiero, ad esclusione delle costruzioni, mentre il commercio al dettaglio risente pesantemente del calo dei consumi, per quanto, dall’inizio dell’anno si intravedano primi segnali di recupero. Ma si sa, se inizia l’economia riprende il ritmo giusto, dopo l’industria la risalita per l’artigianato ed il commercio al dettaglio è d’obbligo. Toccherà quindi solo pazientare ancora per qualche mese e poi tutta l’economia bolognese dovrebbe tornare a sorridere.