Quella dell’estetista é diventata una professione sempre più difficile da esercitare per bene e con credibilità, dato il numero crescente di malfattori e falsari nel settore.
Sono infatti moltissimi, ben 265, i centri estetici che hanno subito sequestri e chiusure di recente, dopo che le forze dell’ordine deputate hanno riscontrato l’uso di false apparecchiature elettromeccaniche per uso estetico, corredate da dichiarazioni altrettanto non conformi.
Una situazione a cui porre un limite, sia per tutelare clienti sia per garantire credibilità al lavoro di chi, l’estetista, lo fa seriamente ed anche bene.
Per questo é stato emanato un decreto che, secondo quanto previsto dalla legge in vigore, fissa i requisiti tecnici e le modalità di utilizzazione di questa strumentazione, oltre che le necessarie cautele d’uso.
A riferirlo é Confartigianato Imprese Sondrio, secondo il quale questa carenza normativa é stata evidenziata più volte negli ultimi vent’anni dalle organizzazioni di rappresentanza di un settore in netta evoluzione a livello strutturale (attualmente il 35% delle imprese ‘della bellezza’ opera in regime società di capitali).
Confartigianato Benessere e Cna Benessere e Sanità si sono dunque impegnate a dotare l’estetica professionale di uno strumento, la “Carta dei Diritti dell’estetista”, attraverso il quale guidare gli operatori alla conoscenza dei propri diritti nella fase di acquisto dei beni strumentali.
Cosa prevede? Certamente una precisa assunzione di responsabilità da parte di produttori, importatori e distributori di apparecchiature rispetto alla dichiarazione di conformit Ce, oltre che alla provenienza dei componenti dell’apparecchio, alle norme di sicurezza relative agli strumenti elettrici, all’energia erogata, al rischio biologico, alla correttezza della comunicazione, alla formazione sull’uso dell’apparecchio, alla garanzia.
Paola Perfetti