Indignazione e polemiche per l’esclusione da “made in” per l’occhialeria italiana.
Non sono bastati i segnali di ripresa e la richiesta crescente da parte delle piazze internazionali così come registrato a partire dal primo semestre 2010: l’occhialeria italiana non sarà tutelata dal regolamento del Consiglio relativo all’indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi.
Ha sbottato Tiziano De Toffol, Presidente veneto e nazionale dei produttori di occhiali di Confartigianato: “Si vede che per il Consiglio Europeo la produzione di scope e spazzole, pennelli e piumini, tamponi e rulli per dipingere sono più strategici dell’occhialeria” – e ha continuato, ammettendo tutto il suo sconforto: – “Sconforto che diviene rabbia se penso che sono state mantenute produzioni, francamente, meno strategiche e che la nostra presenza era stata votata in commissione INTA appena venti giorni fa. Era il 29 settembre”. “A questo punto” – ha proseguito De Toffol– “é chiaro che il mondo della grande industria italiana ed europea non vuole assolutamente tracciare le montature di occhiali. Facendo purtroppo prevale, come sempre, la logica del guadagno su quella della sicurezza, qualità e soprattutto della trasparenza nei confronti del consumatore”.
Certo, é bene ricordare che il mondo dell’occhialeria artigiana veneta ha perso in pochi anni oltre il 65% degli occupati e la metà delle imprese, eppure la Relazione Muscardini avenuta in seduta plenaria al Parlamento Europeo aveva lasciato ben sperare vista l’avvenuta approvazione a larghissima maggioranza delle richieste – passate con 525 voti a favore, 49 contrari e 44 astenuti.
Al contrario, l’occhialeria italiana é risultata unico settore escluso tra quelli proposti: non ci sarà quindi nessun “made in” a guardare attraverso le nostre montature di occhiali, lenti per occhiali e oftalmiche, occhiali correttivi!
Paola Perfetti