Autodichiarazione e un documento in allegato sono le soluzioni introdotte per bloccare le richieste del Fisco fino alla definizione del merito.
A comunicarlo è Equitalia, società pubblica incaricata dell’esercizio dell’attività di riscossione nazionale dei tributi, che ha introdotto questa importante novità destinata ad agevolare i contribuenti nelle fasi di pagamento , ad esempio, di multe stradali, mancati versamenti dell’Irpef o contributi Inps.
La soluzione è da attuarsi qualora si riceva una cartella di pagamento e si ritenga di aver già pagato il tributo.
Altrimenti, ne possono beneficiare coloro che sono interessati da un provvedimento di sgravio o sospensione, e che così non dovranno più fare la spola tra gli uffici pubblici alla ricerca di specifiche informative sul tributo da versare.
L’autodichiarazione, infatti, sarà sufficiente ad interrompere le procedure di riscossione.
La direttiva emanata spiega invece che, qualora il contribuente possa produrre un provvedimento di sgravio o di sospensione emesso dall’ente creditore attraverso la “presentazione di un’istanza di autotutela, una sospensione giudiziale oppure una sentenza della magistratura, o anche un pagamento effettuato in data antecedente alla formazione del ruolo in favore dell’ente creditore, la riscossione sarà immediatamente sospesa.” (Fonte, ndr)
L’agente della riscossione ha tempo 10 giorni dall’autodichiarazione per sottoporre all’ente creditore la documentazione consegnata dal debitore, così da ottenere conferma o meno dell’esistenza delle ragioni di quest’ultimo.
In caso di nulla risposta da parte degli enti, le azioni volte al recupero del credito rimarranno comunque sospese.
Paola Perfetti