Ha avuto molto successo il convegno organizzato da RevCond e Primarete, con il patrocinio di Confassociazioni, Regione Lombardia e Comune di Milano, che ha voluto fare luce sulla professione del revisore condominiale.
In questo ambito si sono discussi io fattori di forza e debolezza di questa professione, e ne sono venuti fuori argomenti utili ed interessanti.
Queste le parole di Deborah Furci, presidente di RevCond: ”La professione del Revisore Condominiale va a tutelare non solo i condomini, ma anche gli amministratori di immobili in quanto rappresenta quell’elemento di chiarezza e di efficacia nella gestione condominiale che probabilmente è sempre mancata. Senza tralasciare la terzietà del revisore condominiale, ovvero l’essere mediatore tra le diverse figure professionali. Nonostante siano passati cinque anni dalla sua nascita regna, purtroppo, ancora molta confusione intorno a questa professione. Prima fra tante il fatto che è vista come una mera azione di controllo che ostacola la gestione amministrativa mentre invece è assolutamente l’opposto, ovvero un aiuto alla stessa. Piuttosto che perdersi dietro tanta confusione, originata dalla formulazione stessa della norma specifica, sarebbe preferibile che tutti i professionisti coinvolti facessero massa critica per lavorare insieme e garantire la massima efficienza professionale”.
Riccardo Alemanno, presidente INT, ha poi aggiunto: “Diventa cioè necessario agire sull’evoluzione della forma mentis, ovvero avere la consapevolezza che ogni singolo pezzo del Paese (ovvero ogni singolo professionista) e non solo qualcuno, contribuisce a rendere migliore l’Italia. È finito il tempo del restare ancorati a vecchi comportamenti individualistici, il mondo cammina, con o senza di noi. Tanto vale unire le forze e lavorare in maniera sempre più performante”.
La parola è passata a Francesco Di Castri, AD di Sinteg Servizi Immobiliari: “Riguardo il confronto con i cugini europei, a parte l’esperienza, ottima, della Svizzera la professione del Revisore Condominiale non è contemplata non perché sia inutile, ma perché l’intera gestione del comparto condominiale funziona in maniera ineccepibile. In Italia, invece, dove il settore dell’amministrazione condominiale ha vissuto periodi di ignoranza e di scarsa competenza, siamo qualche passo indietro per cui la presenza di un revisore può solo fare bene in una qualsiasi gestione condominiale”.
Gli ha fatto eco Giorgio Granello, vice presidente : “Non possiamo più restare a guardare cosa fanno negli altri paesi della comunità europea altrimenti rischiamo di non essere più neanche uno stato. Bisogna agire e agire bene per garantire un futuro italiano degno di questo nome. Il voler fare di RevCond è data dall’ideazione del progetto Besta, rivolto alle scuole superiori di indirizzo professionale, attraverso il quale si formano gli studenti alla professione del revisore condominiale. Il nostro progetto pilota è già pronto e vede il suo taglio del nastro il prossimo anno accademico presso l’Istituto Besta di Treviso”.
Ha concluso Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni: “Lavorare in sinergia come faremo con il progetto Besta di RevCond, rafforza ancor più il concetto di grande famiglia insito in Confassociazioni. Fin dalla nostra nascita, nel 2013, fare rete e sviluppare insieme le idee per migliorare la qualità professionale e sociale del nostro paese, è stato uno dei nostri obiettivi principali. Perché come già detto in altre occasioni, e non mi stancherò mai di ripeterlo, uniti si vince”.
Vera MORETTI