Una riflessione del presidente dell’INT Riccardo Alemanno, con l’indispensabile supporto di Edoardo G. Boccalini e Giuseppe Ivan Zambon.
Come tutti, tanti perlomeno, mi sono preoccupato (eufemismo) quando ho realizzato, sia come presidente INT sia come semplice tributarista, che il nuovo regime di cassa, previsto dalla Legge di Bilancio per i soggetti in contabilità semplificata, diventerà il regime naturale e non un regime per opzione.
Ho pensato subito alle difficoltà nel reperire i dati sugli incassi e sui pagamenti da parte di chi spesso, e non vale per tutti ovviamente, già fatica a consegnare nei termini fatture emesse e ricevute, chi nonostante siano anni che deve seguire determinati adempimenti si meraviglia quando, ad esempio, gli si chiede l’inventario o gli segnaliamo l’acconto IVA, i più incalliti si stupiscono anche che si debba presentare il modello Unico, nonostante eseguano da anni tale adempimento con assoluta regolarità.
Sì, ero preoccupato, poi, cosa che raccomando sempre, prima di lamentarmi ho letto appena possibile il testo presentato alla Camera. Qui, con sorpresa (mista a scetticismo e contentezza), ho letto il comma 6 dell’art. 5 Regime di cassa per i contribuenti che si avvalgono della contabilità semplificata, che va a riscrivere l’articolo 18 del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 che detto così pare persino brutto, ma che tradotto mi ha dato una botta di inaspettata positività.
Infatti il novellato art.18 al comma 5 recita: “Previa opzione, vincolante per almeno un triennio, i contribuenti possono tenere i registri ai fini dell’imposta sul valore aggiunto senza operare annotazioni relative a incassi e pagamenti, fermo restando l’obbligo della separata annotazione delle operazioni non soggette a registrazione ai fini della suddetta imposta. In tal caso, per finalità di semplificazione si presume che la data di registrazione dei documenti coincida con quella in cui è intervenuto il relativo incasso o pagamento”.
Ho letto e riletto, poi preso da comprensibile dubbio ho chiesto aiuto alla sapienza del Consigliere Giuseppe Ivan Zambon, indispensabile il suo parere, e conferma al Segretario Edoardo G. Boccalini, che stimo anche come collega preparato.
Anch’essi concordano, e sì… con l’opzione si evita il regime di cassa puro che, non scherziamo dal punto di vista dell’equità, è il regime migliore, e si applicherà una contabilità semplificata realmente semplificata, senza più ratei e risconti, fatture da ricevere o da emettere, inventari, ecc. ecc.
Un regime che, con una sorta di neologismo fiscale, si potrebbe definire di “registrazione per cassa presunta”. Bella storia di semplificazione vera, speriamo resista ai passaggi parlamentari, ad eventuali maxi emendamenti, a modifiche in zona Cesarini…