Come ricordavamo ieri, in una recente intervista al Corriere il premier Matteo Renzi è tornato ad affrontare il problema dei debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese fornitrici, confermando la volontà del governo di porre rimedio al problema entro fine mese di settembre, spiegando anche che «la cifra totale da restituire sarà molto meno dei 60 miliardi fino ad ora presi a riferimento e sarà ricalcolata con esattezza entro i prossimi 10 giorni». In attesa di ulteriori sviluppi, oggi abbiamo incontrato Edoardo Boccalini, segretario nazionale INT, già ascoltato a riguardo nel maggio scorso quando il Governo sembrava disposto a mettere a disposizione circa 1,8 miliardi di euro per i primi pagamenti.
Dott. Boccalini, a sentire il premier Renzi, entro il 21.9 i debiti della Pa dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, essere saldati. Si tratta finalmente della tanto annunciata svolta buona?
Difficile dirlo adesso, visto il passato possiamo solo aspettare e sperare di poter dire “é stata la volta buona”. Nel frattempo, ma anche dopo, mi piacerebbe che la politica parlasse di tutte quelle imprese che per colpa di questa situazione sono fallite o sono state costrette a chiudere. E’ ora che ci si renda conto che dietro a quegli imprenditori che troppo spesso vengono considerati furbi e senza scrupoli, ci sono famiglie che hanno sofferto e che ancora stanno soffrendo. Non può essere che tutto venga sempre ricondotto ad un debitore e ad un creditore, dietro c’è un mondo del quale sistematicamente ci si dimentica e che causa gravi, gravissime situazioni e chi ne è responsabile per negligenza superficialità menefreghismo o interesse personale è giusto che paghi. E questo indipendentemente che si parli di pubblico o privato.
Come si possono cambiare le normative, da più parti definite complesse e farraginose, per evitare l’accumulo e i ritardi nei pagamenti dei debiti della Pa?
Per semplificare bisognerebbe azzerare tutto e riscrivere la normativa in modo semplicissimo, chiunque dovrebbe capire senza dubbi o equivoci. Non credo che il dover commissionare dei lavori e il doverli pagare debba comportare una complicazione tale da causare paura e incertezza da parte sia di soggetti pubblici sia privati. Si deve tornare alla certezza che si sta facendo la cosa giusta, non al perenne dubbio che ovviamente non può portare altro che ad uno sgravio o allontanamento di responsabilità. E nel caso qualche parametro dovesse essere superato si deve prevedere un meccanismo per il quale l’impresa committente non ne risenta minimamente non essendo la causa, le responsabilità andranno cercate e gestite all’interno della PA.
La quota d’interesse sul debito dovrebbe essere inferiore alle attese e il Governo dovrebbe ritrovarsi un “tesoretto” per guardare più serenamente al futuro...
Sarebbe triste pensare ad un Governo che guarda più serenamente al futuro per un tesoretto che deriva da differenti previsioni, queste situazione se mai si dovessero verificare dovrebbero avvantaggiare qualcosa di non previsto a vantaggio di tutta la collettività. Da questo momento basterebbe semplicemente rispettare le scadenze.
Jacopo MARCHESANO