Boccalini (INT): “Il Pos? Un altro costo inutile di cui non sentivamo la mancanza”

 

L’obbligo del pagamento con il bancomat per professionisti e imprese per le transazioni sopra i 30 euro slitta al 30 giugno 2014 e non al 30 giugno 2015 come previsto in un primo momento da un emendamento al dl milleproroghe approvato ieri in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama. È quanto si legge nella versione definitiva della proposta di modifica al testo approdato all’esame dell’Assemblea del Senato, grazie ad Hans Berger (Autonomie) e Andrea Augello (Ncd). Dopo l’intervista di ieri al presidente di Federarchitetti, Paolo Grassi, oggi abbiamo incontrato il Segretario nazionale INT Edoardo Boccalini.

Dott. Boccalini, qual è la posizione dell’Istituto nazionale tributaristi riguardo l’obbligatorietà del Pos?
La mia personale opinione è che l’obbligatorietà del Pos sia un costo assolutamente inutile da aggiungere alle spese degli studi professionali e delle imprese che non necessitano di questo strumento. Cercare di arginare l’impressionante evasione fiscale del nostro Paese è nobile e legittimo, ma bastava assicurarsi che le parcelle e i compensi ai professionisti fossero pagate, sopra una certa cifra, con metodi tracciabili.

Ieri il presidente di Federarchitetti, Paolo Grassi, si riferiva a questo provvedimento come un “tributo del Governo alle banche”…
Forse tributo è un attimo eccessivo, ma l’opinione del presidente di Federarchitetti non è affatto campata in aria. Indubbiamente però sarà un favore, sicuramente indiretto e non cercato, alle banche italiane tra commissioni e noleggio dell’apparecchiatura. Sembra sempre che i provvedimenti siano un passo indietro a quella che è l’evoluzione del mercato e del mondo del lavoro.

Il mercato delle libere professioni è davvero una giungla nella quale la parola d’ordine è fregare?
No, assolutamente. Il mondo dei professionisti riesce sempre a dare un valore aggiunto alla nostra nazione e dovrebbe essere tenuto molto di più in considerazione, sopratutto quando si studiano norme di questo genere. Tutto il mondo del lavoro dovrebbe essere più coinvolto quando si tratta di redigere nuove e importanti procedure che potrebbero modificare gli assetti e la tenuta del mercato, così da evitare paradossi come questi.

Jacopo MARCHESANO